giovedì 4 novembre 2010

La Cina:

Comincio questo articolo affermando che il blog del cantiere navale Gruppo Faldis non vuole trattare solo di notizie che riguardano il cantiere, ma vuole proporsi come piattaforma digitale dove esprimere idee, postare commenti, e magari far nascere progetti ed eventi.
Questo nuovo post non vuole riguardare nessun argomento prettamente riguardante il cantiere, ma vuole parlare di uno Stato che con la sua politica economica si sta proponendo come futuro Stato guida nell'economia mondiale, la Cina.
La Cina è ormai la nazione che più fa gola agli investimenti esteri, infatti innumerevoli sono le aziende asiatiche e europee che qui vi hanno investito con grandi successi: la manodopera in Cina, come nei Paesi dell'est europeo, è molto più economica rispetto a quella dei Paesi dell'Occidente sviluppato e terziarizzato.
Ormai sempre più sono le aziende che chiudono in patria per delocalizzarsi in Paesi come la Cina, il costo della manodopera è un fattore molto importante per il prezzo del prodotto finito, infatti è per questo che i prodotti "Made in China" sono molto più economici dei più costosi "Made in Italy" o "Made in USA".
Ma capiamo come ha fatto la Cina a diventare una gran potenza economica in poco tempo:
Nel 1978 viene annunciato il piano di riforme di Deng Xiaoping. Si tratta di un programma voluto dal Partito Comunista per introdurre il libero mercato nell’economia cinese. Il programma viene avviato partendo dalle zone rurali dove si realizza la collettivizzazione delle imprese agricole tornando così alle imprese familiari.
Così nasce una politica molto favorevole agli investimenti esteri, cominciando nuovi rapporti finanziari e industriali con le maggiori potenze del mondo.
I capitali esteri vengono agevolati dalla Cina, soprattutto con sgravi fiscali.
Dopo un certo numero di anni le imprese dovrebbero diventare statali, ma nel 1992 si giunse ad un'accordo che prevedeva che questa regola non venisse applicata a questi investimenti esteri, e le tasse sugli utili passarono dal 10 al 15%, una percentuale comunque molto bassa.                                                              
Lo Zes fu la prima area in cui si sperimentò questo tipo di politica, fu un succeso, quindi questa politica economica fu estesa a tutto il Paese.
Nel 1984 si estese anche nelle aree urbane la rinascita delle imprese familiari.
Nel 1993 viene modificata la Costituzione:
Viene introdotto ufficialmente il libero mercato che soppianta quello di economia socialista pianificata.
Nello stesso anno viene proclamata una nuova riforma fiscale per fare in modo che si adeguasse alla deregulation. Il prelievo fiscale viene suddiviso in tre livelli: centrale, regionale e locale. Contemporaneamente l’Iva viene innalzata dal 9 al 17%.
Queste riforme fanno registrare un forte aumento dei flussi commerciali, registrando un surplus dal 1995 sempre maggiore ai 10 miliardi di dollari.

Il secondo motivo del boom cinese é costituito dagli investimenti finanziari stranieri.
In circa vent’anni si è registrato un afflusso enorme di capitale, corrispondente a circa un terzo degli investimenti esteri di tutto il mondo, con maggior parte dei finanziamenti provenienti dal continente asiatico stesso.

Il terzo motivo dello sviluppo è l’enorme disponibilità di materie prime di ogni genere e di forza lavoro a bassissimo costo di cui dipone la Cina.
Questo Pese, infatti, è ricco di materie prime, nel sottosulolo si trovano risorse energetiche e materie prime come petrolio, gas naturali e carbone, le fabbriche cinesi, quindi, hanno molte materie prime reperibili facilmente, e operai fortemente sfruttati e sottopagati, quindi può permettersi prezzi più concorrenzili dei prezzi occidentali in quanto hanno un costo di produzione molto minore.
Nelle campagne le condizioni dei lavoratori salariati sono di estrema povertà, una povertà che non consente l'acquisto dei più elementari prodotti per noi occidentali.
Quindi prepariamoci già a vedere il sorpasso della Cina ai danni degli Usa come Stato più ricco al mondo, con le sue innumerevoli riforme economiche degli ultimi 20 anni la Cina ha saputo svilupparsi enormemente, la politica di colletivizzazione comunista ha avuto un grande ruolo nella crescita, ma ancora di più ne hanno avuto gli innumerevoli investimenti esteri, e la gran quantità di manodopera a prezzo molto basso, che invita così tutte le imprese cinesi a proporsi nel mercato mondiale con prezzi molto limitati.

Quindi? Meglio la qualità del costoso made in Italy o Usa o meglio l'economico ma non sempre efficiente Made in China?

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