mercoledì 7 agosto 2013

La propulsione elettrica




Si sente aria di cambiamento per la laguna di Venezia, i riflettori sono puntati sul traffico marittimo... Rivedere la mobilità in chiave "zero emission" è il punto di partenza. Il traffico "selvaggio" nelle ore di punta sul canale della Giudecca è devastante e vige la legge del più grande!!! Ovviamente le gondole sono spaventosamente in balia di un moto ondoso senza scrupoli. Cosa si può fare? Il nostro consiglio prevede una riformazione etica e mentale, premendo su due punti principali:
1- Il piacere di spostarsi lentamente (ammirando la laguna)
2- Riscoprire la mobilità "silenziosa"
A nostro avviso il modo più veloce per ottenere tali benefici è rimotorizzare la flotta.
La propulsione elettrica è infatti ben nota se si pensa che le prime imbarcazioni elettriche risalgono agli inizi del 1900... La tecnologia odierna permette un' autonomia di molte ore (vige il concetto "chi va piano va sano e lontano"). A livello di strutture, per la ricarica delle batterie, vanno disposte colonnine in punti strategici della laguna. Il nostro scopo è sensibilizzare gli enti pubblici e le amministrazioni locali per proteggere insieme la nostra città, la città più bella del mondo, Venezia!!!

1 commento:

  1. In realtà la propulsione elettrica risale ai primi anni della metà del 1800 (Inghilterra, lance con / senza tuga per la navigazione sulla acque interne). Di queste lance è rimasta solo una documentazione fotografica (peraltro non abbondante) e non ho notizia di barche di questo tipo ancora in navigazione o musealizzate.
    Per questo tipo di imbarcazioni, l'altra propulsione era quella data da piccoli motori a vapore (ce ne sono ancora di naviganti in Inghilterra e negli USA, dove ci sono anche alcuni cantieri che le mantengono in produzione, naturalmente con numeri piccolissimi).
    A partire dagli inizi del 1900 queste propulsioni vengono messe fuori mercato dai motori a combustione interna, ormai prodotti in scala industriale per l'azionamento di macchine industriali e per l'automotive (col conseguente abbattimento dei prezzi) ed in grado di assicurare una maggiore autonomia e potenza (successivamente, con la Grande Guerra, anche velocità).
    A parte la considerazione storica, non c'è dubbio che, al momento, il futuro stia proprio nella propulsione elettrica sia in terra che in mare (un aereo a propulsione elettrica ha già fato il giro del mondo, ma siamo ben distanti dall'applicazione industriale).
    Il settore dove si è più avanti è quello dell'automotive, che già si aperto un suo mercato (veicolo Renault totalmente elettrico, a breve altri veicoli di altre majors), già forte nella tecnologia dell'ibrido.
    Purtroppo queste soluzioni non sono immediatamente trasferibili nella nautica (l'unica offerta su scala industriale è la GreenLine a propulsione ibrida della Seaway) ed il "tutto elettrico" presenta non pochi nodi, tutti difficili da sciogliere insieme: la generazione primaria, l'autonomia, la potenza, la velocità.
    Finora, il sistema produttivo non ha ancora trovato una soluzione che sia economicamente e tecnologicamente accettabile, anche se un mercato già esiste vuoi per interdizione (acque interne interdette alla navigazione a motore a combustione interna per il diporto, come da noi la parte trentina del lago di Garda) che per opportunità (acque interne, tender to, ecc. ma anche trasporto di passeggeri linea e/o escursione).
    Va comunque detto che ci sono diversi cantieri, normalmente piccoli, che si stanno muovendo in questa direzione e, prima o poi, si arriverà ad una soluzione che concili ecologia ed economia.

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